
ABITARE IL PIEMONTESE Una parola dal suono affascinante, bostiché, ricca di sfumature di significato e radici storiche profonde che raccontano molto sul modo di vivere e percepire il mondo. In alcune zone si pronuncia anche bistiché o bëstiché e si presta a interpretazioni come provocare, risvegliare, stuzzicare, infastidire, tormentare o, anche, svegliare. Nella sua semplicità racchiude un mondo di emozioni e azioni pratiche, diventando strumento del linguaggio quotidiano piemontese.
Bostiché deriva dal latino bustigare o busticare, che significa colpire con il bastone. Questa origine evoca un gesto di stimolo irruente, fisico o figurato, collegato alla radice bustum (bastone), simbolo di azione diretta e improvvisa. La diffusione di questa radice tra le lingue dell’Italia Nordoccidentale, Provenza e Ticino mostra come il concetto di provocare e stuzzicare sia universale e con sfumature regionali. Un modo di dire molto noto è bostiché ëȓ vespe, ovvero stuzzicare il vespaio, che richiama l’idea di provocare un tumulto o una reazione furiosa, simile al proverbio italiano non svegliare il can che dorme: agire o parlare in modo da disturbare un equilibrio può peggiorare le cose. Bostiché si lega anche a termini come bostica, che indica fastidio o rabbia e a espressioni come Fé vnì ȓa bostica, ovvero annoiarsi o irritarsi.
Analizzando altre lingue e dialetti, troviamo affinità che arricchiscono il nostro panorama linguistico: in provenzale boustigà significa rovistare o frugare; nel nizzardo bustegà indica rimestare o attizzare; in genovese antico bosticar vuol dire muovere o rimuovere, mentre in ligure busticà si riferisce a stuzzicare. Questi termini, seppure con sfumature diverse, testimoniano come il concetto di bostiché sia radicato in un’area vasta e variegata, legata a pratiche quotidiane e a gesti di stimolo o provocazione. Bostiché non è solo una parola, ma lo specchio di un modo di essere e percepire la vita, fatto di azioni immediate, stimoli ed emozioni spesso contrastanti. Una lingua che, oltre a essere patrimonio culturale, rappresenta un modo di vivere autentico e… colorato!
Paolo Tibaldi
