Il castello di Grinzane ha ospitato il convegno nazionale dell’Avis

Il castello di Grinzane ha ospitato il convegno nazionale dell'Avis

 GRINZANE CAVOUR Per il secondo anno, l’Avis regionale ha organizzato al castello un convegno nazionale sul tema “Il sistema trasfusionale italiano alla luce delle direttive comunitarie”. Il presidente regionale dell’Avis Giorgio Groppo ha ricordato che l’obiettivo del convegno era la riflessione nel momento in cui si sta lavorando al nuovo piano sangue europeo, nel quale l’Avis vuole dire la sua.

Pasquale Colamartino, ha voluto porre in evidenza la complessità e le criticità della situazione nella prospettiva del raggiungimento dell’autosufficienza nella raccolta di plasma e ha posto l’accento sulle conseguenze delle diverse possibili scelte derivanti dai diversi accordi regionali in tema di lavorazione e autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali emoderivati. Successivamente Giorgio Gandini e del Vincenzo Saturni hanno approfondito le specificità positive del sistema trasfusionale italiano, in primis la gratuità della raccolta, ma ha ribadito la necessità di adeguare il nostro sistema ad esigenze e vincoli delle strutture di raccolta, ponendo l’accento sulla programmazione. Saturni ha poi evidenziato come un sistema basato sul volontariato produca effetti e ritorni positivi anche dal punto di vista economico.

L’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta ha posto al centro del suo saluto il quadro del sistema sanitario, sia a livello nazionale che regionale, sottolineando le criticità legate a gestione e qualificazione del personale e alla limitata disponibilità di risorse. Ha poi contrapposto il rischio di passare da un sistema pubblico a uno sempre più privato con l’importanza del sostegno al sistema pubblico.

Il pomeriggio si è aperto con l’intervento di Adalberto Biasiotti, dedicato agli adempimenti associativi legati alla tutela dei dati personali. L’ampia tavola rotonda coordinata da Rosa Chianese e centrata sul tema “Quale futuro per il nostro sistema trasfusionale” ha poi impegnato Alberto Argentoni, Pasquale Colamartino, Danilo Medica, Simona Carli, Vanda Randi e Roberto Ravera. La difesa del sistema pubblico, la ricerca dell’autosufficienza e le azioni concrete per realizzarla, è stata al centro degli interventi di Randi e Carli, mentre Colamartino ha evidenziato le specificità e rigidità del sistema dei centri di lavorazione in un contesto di centri di raccolta misti pensati per gli operatori e non per migliorare il rapporto con il donatore. Medica ha poi affermato che se il modello Italia fosse replicato a livello internazionale, non vi sarebbe necessità di raccolta privata e a pagamento di plasma.

Il tema delle risorse è stato al centro degli interventi anche di Bruno Piazza e Rosa Chianesem che ha evidenziato come risorse aggiuntive possano essere ottenute con l’incremento dell’efficienza. Infine da più parti si è ricordata la necessità di sviluppare sistemi informativi integrati e di una condivisione delle informazioni che porterebbero anche a una condivisione e standardizzazione dei processi con recupero complessivo di efficienza.

I lavori sono stati chiusi dall’intervento del presidente nazionale Gianpietro Briola che ha visto nel convegno un momento di condivisione e di svolgimento di un percorso di cambiamento dell’Avis che deve essere definito anzitutto all’interno dell’associazione. E’ l’Avis che deve fissare i propri paletti e le regole per sè stessa prima di portare richieste all’esterno.

 

 

 

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