Scopriamo l’origine della parola piemontese “Bonòm”

Con Pao

Bonòm: Pover’uomo, sottomesso, accondiscendente, rassegnato, ingenuo, bonaccione, mite

Essere una persona mite, non sempre ha conseguenze virtuose; in Piemonte si rischia di essere tacciati con un epiteto non proprio felicissimo. È il caso della parola di questa settimana: bonòm.

Sebbene sia una parola composta da un binomio lessicale che nulla deve far temere, quando vengono accostati bon e òm in quest’ordine è tutt’altro che un complimento, anzi, si tratta di un’invettiva verso qualcuno che crediamo caratterialmente miserabile. Buonuomo sarebbe la traduzione letterale immediata e, del resto, potrebbe anche valere; ma occorre sapere che quel “buon” ha un’accezione assolutamente negativa; insomma, non si tratta di un complimento.

Quando si apostrofa qualcuno in questo modo, significa che si sta parlando di qualcuno un po’ ingenuo che si fa convincere facilmente, che non ragiona molto con la propria testa; il bonòm è un uomo sottomesso dalla moglie (ammesso che ce l’abbia), dagli amici, dalla famiglia, dal mondo che lo circonda, tanto da essere rassegnato a questa condizione di perenne obbedienza.

Bèica s-lì ‘n che stat, o ȓ’è pȓòpi ‘n bonòm. (Guarda quel tale in che stato si ritrova, è proprio un pover’uomo). Pover’uomo sarebbe la traduzione corretta, dove quella povertà indica quella d’animo e di brio nell’affrontare la vita e il valore delle proprie scelte. Quante persone potremmo portare ad esempio? E quanti di noi, talvolta, lo pensano di sé stessi?

Come esiste la versione maschile, certamente abbiamo anche quella femminile, la bon-adòna; ma se proprio vogliamo esagerare, sia al maschile che al femminile troviamo anche la forma più dispregiativa possibile, vale a dire il bonomàss e la bonomàssa.

Attenzione, però a non confonderci con la bonanima che invece è il lemma che si aggiunge quando viene menzionato il nome di qualcuno che non è più tra noi e che viene ricordato per la sua bontà; bonanima ha dunque un risvolto positivo e misericordioso.

Paolo Tibaldi

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