Quartieri albesi. Piave attivissimo e il lavoro è molto

Il quartiere Piave attende il mercato europeo e la Festa ’d magg

L’INTERVISTA Il giro tra i quartieri albesi prosegue con il Piave, intervistando Elio Gerlotto e Nicola Palumbo a nome dei consiglieri del quartiere più popolato di Alba, comprendente una vasta zona che da via Franco Centro arriva fino al ponte della ferrovia, estendendosi su via Galimberti, via Romita, strada Rorine, comprese le Terrazze, e strada Cauda.

Come giudicate l’esperienza nel comitato Piave?

«Un’opera incompiuta ma non per colpa del comitato. In questi anni abbiamo presentato diversi nodi critici all’Amministrazione comunale, dando disponibilità al confronto e proponendo qualche possibile soluzione: qualcosa è stato fatto, altro è stato da pochissimo avviato, molto, per il momento, rimane sulla carta. Il mandato termina con una sensazione di indefinitezza, acuita forse dal reiterato rinvio delle elezioni e dalle difficoltà create dalla pandemia. Se il passaggio del testimone fosse sostanziato da iniziative connotate da una qualche certezza, non parleremmo di opera incompiuta».

I cittadini si interfacciano col comitato?

«Problemi e proposte pervengono ai singoli consiglieri da parte di quei cittadini con i quali esiste una conoscenza personale. Si tratta di numerose segnalazioni ma la stragrande maggioranza dei cittadini non mostra interesse. Si ha l’impressione che siano in molti, troppi, a ignorare l’esistenza di un comitato di quartiere. Alle assemblee con i cittadini, organizzate dal comitato con un volantinaggio capillare, non si è mai riusciti ad andare oltre la sessantina di partecipanti».

Come giudicate i rapporti con l’Amministrazione?

«Negli ultimi tempi abbiamo sperimentato la disponibilità di alcuni assessori e consiglieri a confrontarsi con noi e a esporre le iniziative dell’Amministrazione anche all’interno di incontri tenuti nella sede del comitato. Per molto tempo, però, e in troppe circostanze si è avuta l’impressione di essere un soggetto trasparente agli occhi di chi ci amministra. Verrebbe da usare un termine nuovo per definire questo atteggiamento: indifferenza istituzionale. Lo stesso rinvio sine die delle elezioni per il rinnovo dei comitati ne costituisce una riprova».

Quali risultati avete ottenuto in questi anni?

«È stato avviato il rifacimento di un tratto importante di corso Europa, con un progetto che ci è stato presentato dall’assessore all’urbanistica e che il comitato ha apprezzato. Siamo riusciti ad avere l’installazione di alcuni dissuasori su strada Rorine e di servizi igienici nella zona antistante i giardini Maestri del lavoro, del cui rifacimento, invece, si è parlato, ma non è partito».

Lavori in corso Europa, dopo gli alberi tocca allo spartitraffico

Cosa resta da fare?

«Quasi tutte le strade collaterali a corso Europa e corso Piave hanno bisogno del rifacimento del manto d’asfalto ed è rimasta in sospeso la creazione della bretella tra San Cassiano e la rotonda della vigna, che risolverebbe non pochi problemi legati al traffico in zona Piave. La maggiore presenza di un vigile di quartiere, poi, avrebbe il merito di combattere il parcheggio selvaggio e la cattiva abitudine di non raccogliere le deiezioni degli animali domestici».

Avete contattato nuovi candidati per le elezioni?

«Sinceramente no. Vorremmo esprimere, però, l’auspicio che fossero i giovani e le donne a farsi avanti. A inizio mandato la quota rosa dei consiglieri sfiorava il cinquanta per cento: per ragioni diverse, al momento rimane una sola donna tra i consiglieri. Crediamo che anche su questo fronte l’assenza dell’Amministrazione si sia fatta sentire: manca totalmente un’opera di informazione e di sensibilizzazione verso un organo che, sebbene tragga le proprie origini dal volontariato, oggi rappresenta un soggetto istituzionale la cui funzione di raccordo tra le istanze dei cittadini e l’azione del Comune resta fondamentale. Chi si è prodigato fino a oggi per mantenere viva l’attività del comitato ha esaurito le energie e non solo per ragioni anagrafiche. È tempo che siano le giovani leve a farsi carico della cura e della crescita del nostro organismo di prossimità».

Giorgia De Carolis

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