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Grandi del Nebbiolo, ecco le nuove annate

Nebbiolo, maturazione tecnica quasi ottimale
© Marcato

ANALISI Diamo il via al racconto su Gazzetta d’Alba dei fatti del vino riassumendo i caratteri dei nuovi Docg da Nebbiolo e dei loro volumi produttivi. Dall’inizio dell’anno si possono trovare sulle tavole il Barbaresco 2020 e il Barolo 2019; a partire dal 1° luglio il Roero 2021 e la Riserva 2020.

Iniziamo dalla sintesi dei caratteri climatici delle tre annate, tre espressioni di grande livello. Annata 2019: l’inverno è stato alterno, con periodi freddi e altri temperati. Poche sono state le nevicate, in particolare tra metà dicembre e i primi di febbraio. Se febbraio e marzo si possono classificare come mesi di stabilità climatica, le maggiori piogge si sono avute tra aprile e maggio, accompagnate spesso da forti riduzioni di temperatura. L’estate è giunta tempestiva nella terza decade di giugno ed è durata fino agli ultimi giorni di settembre. Il caldo, però, è stato spesso interrotto da forti temporali che hanno assicurato una buona presenza idrica. Importante è stata l’opera del viticoltore che ha saputo ridurre le conseguenze degli eventi atmosferici estremi e questo ha permesso di portare a termine una bella vendemmia nei tempi classici dei vari vitigni.

Annata 2020: come in molte ultime annate, anche l’inverno 2019-20 è stato mite e ha portato poche nevicate. Al contrario, escluso il mese di aprile, la primavera è stata piovosa, soprattutto a maggio, quando, con le piogge, si sono avute temperature inferiori alla media. L’estate non è stata secca. Anzi, il clima di giugno, luglio e agosto è stato caldo, ma con situazioni alterne: ai periodi con temperature anche oltre i 30 gradi se ne sono succeduti altri freschi grazie ai temporali che hanno portato pioggia, vento e in qualche caso anche grandine. Le temperature di agosto sono state le più elevate. Poi è venuto settembre e per certi versi anche ottobre, con un clima autunnale che ha favorito la maturazione (anche fenolica) dei grappoli, in particolare dei Nebbioli.

Annata 2021: l’inverno è stato decisamente freddo e anche nevoso. È seguita una primavera alterna, non mite, ancora con temperature basse seppure in presenza di alcuni periodi asciutti. A inizio aprile una forte recrudescenza del tempo ha causato una gelata tardiva che ha colpito in modo pesante (e non solo nelle parti basse delle colline) frutteti, noccioleti e vigneti. Dopo un maggio ancora fresco, finalmente a giugno è iniziata l’estate, che ha però mantenuto, almeno nel primo tratto, la stessa alternanza climatica. I temporali estivi sono stati frequenti e intensi, accompagnati purtroppo a luglio da forti grandinate, che hanno colpito varie zone tra Roero e Langa. Il clima di agosto è stato orientato al bel tempo, con temperature diurne e notturne anche elevate. Il decorso della maturazione è stato positivo, grazie alle ottimali escursioni termiche tra giorno e notte.

Lo stile dei vini. Iniziamo con il Barolo 2019, un vino di struttura e spessore, frutto di un’annata che possiamo definire calda, ma con chiari caratteri continentali. La particolare struttura e la compattezza dei caratteri sottolineano la longevità di questi Baroli. L’elevata considerazione che la produzione 2019 ha acquisito fin dalla vendemmia ha indotto molti a paragonarla alla prestigiosa 2016. In generale, possiamo parlare di un Barolo di grande pienezza e complessità sia al naso che in bocca. Veniamo ai valori economici: la superficie vitata rivendicata è stata di 2.184 ettari e la produzione effettiva di 14.362.496 bottiglie, valori simili a quelli del 2018.

Vino di bella pienezza e complessità si può dire il Barbaresco 2020, risultato di un’annata più alterna della precedente, che ha ribadito in pieno lo stile continentale della produzione. Nel calice è un Barbaresco di bella struttura, solido e fragrante, orientato a una grande armonia di caratteri. Resta la nota della longevità, che ribadisce le stesse impressioni destate dall’annata precedente. Nel 2020, la superficie vitata è salita a 783 ettari e per la prima volta la produzione effettiva ha superato i cinque milioni di bottiglie (5.128.920).

Infine il Roero, con due annate, il 2020 e il 2021, abbastanza uniformi tra loro. La Riserva propone vini complessi e di ampia struttura. Più giovane e forse ancora più promettente è il Roero 2021, capace di regalare ulteriore pienezza e complessità. Sostanzialmente stabili sono i valori produttivi: la superficie vitata rivendicata nel 2020 è stata di 138 ettari e la produzione di 946.600 bottiglie.

 Giancarlo Montaldo

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