ABITARE IL PIEMONTESE Se si propone di parlare della feuja, non è tanto per la sonorità della parola (del resto la traduzione italiana è intuibile), quanto più per raccontare gli eventi che hanno permesso di coniare modi di dire formidabili che la tirano in ballo. Prima di cominciare, però, teniamo a precisare che con feuja d’aram s’intende una teglia di rame, un tegame senza manico.
Quando abbiamo paura, in preda al panico oppure sentiamo freddo, il nostro corpo trema e in questi casi si dice tërmoȓé peid na feuja (tremare come una foglia). Le foglie sono in balia del vento che le agita costantemente senza che queste riescano a controllare il movimento, come accade a noi in certe condizioni. Al contrario, quando non tira un filo di vento l’individuo piemontese comunica la situazione sospirando e-i bogia nen na feuja (non si muove neppure una foglia). Di buon auspicio è trovarsi dinanzi a un garòfo a sinch feuje. L’ambito botanico, però, è solo una metafora: per garofano a cinque foglie s’intende uno schiaffo a cinque dita che lascia anche il segno. Vi è poi un’attività sociale che ha popolato le aie dei cortili delle campagne: dësfojé ȓa meȓia, ovvero rimuovere le foglie da attorno alla pannocchia.
È mangé ra feuja a incuriosirci: la traduzione letterale è mangiare la foglia, ma con questa espressione s’intende capire la situazione, scoprire l’inghippo, subodorare qualcosa di losco e proteggersi. Appena si comincia a cercare la chiave interpretativa si pensa al baco da seta che si nutre della foglia di gelso, prima di formare il bozzolo e cadere in letargo e, dunque, non è questa la direzione corretta. Ci si deve orientare nell’ambito favolistico: nelle favole italiane (tra cui quelle curate da Italo Calvino) il protagonista si trova di frequente in una situazione difficile. Ne uscirà compiendo un atto rituale che spesso è rappresentato dal mangiare qualcosa, molte volte proprio una foglia magica. Accadranno cose meravigliose, come per esempio diventare invisibili, vulnerabili, capaci di comprendere il linguaggio degli animali. Diventa allora evidente che mangiare una foglia, in balia di un potere speciale, permetta di scoprire gli inganni, fare luce sulla situazione ed evitare il pericolo.
Paolo Tibaldi