La parola della settimana è stàssi: imbecille, imbambolato, tonto, fermo, statico

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 18

ABITARE IL PIEMONTESE La prima lingua che senti quando vieni al mondo, resta per sempre nel cuore, perché è forse essa stessa il tuo cuore. Questo si manifesta nei momenti più estremi (positivi o negativi) dell’essere umano, quelli che vanno a toccare l’intimità più autentica. Esistono un’infinità di parole per qualificare una persona e alcuni li abbiamo già affrontati. Questa volta è il turno di stàssi. Il suo significato è molto pragmatico, oltre che colorito. Stàssi vuol dire imbecille, fesso, sciocco, ingenuo e facile da ingannare. Ma perché si dice proprio così?

L’etimologia risale all’antica popolazione dei Liguri Stazielli (o Statielli), che s’insediarono in un territorio compreso fra le attuali province di Alessandria, Savona, Asti e Cuneo (è quindi probabile che l’idioma sia conosciuto soprattutto in queste aree). La loro capitale era Carystum, dove sorge la città di Acqui Terme, chiamata ai tempi dei Romani Aquae Statiellae. Solo dal quarto Secolo prima della nascita di Cristo, la popolazione degli Stazielli è riconoscibile. L’etnonimo contiene l’elemento tipico celto-ligure elo o ikelo. L’origine del nome può essere ricondotta alla radice indoeuropea per stare, dunque coloro che occupano un territorio per rimanerci, al contrario di altri gruppi contraddistinti da un movimento. Ecco perché talvolta è definita così una persona tonta, piuttosto lenta e imbambolata nel movimento fisico o intellettuale.

Esiste un modo di dire in rima: Fé ij stàssi pëȓ nen paghé o dàssi (fingere un’infermità per non pagare il dazio e ricevere così un benefit). Oggi si chiamano anche falsi invalidi. Fra i vari modi di dire sentiti qua e là c’è anche stàssi boȓicc dëȓ dàssi, va via da lì che t’embarassi: probabilmente la presenza ricorrente del dàssi (dazio), non è soltanto una rima conveniente con stàssi, ma anche sollecitata dall’osservazione degli asini fermi, stazionanti per il pagamento della gabella. Un proverbio riferito a chi tergiversa e temporeggia troppo? Quandi che lë stàssi o ȓ’è decidisse, ëȓ meȓcà o ȓ’è finì (quando l’indeciso si è deciso, il mercato è già finito).

Paolo Tibaldi

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