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Venti milioni di etichette fuorilegge per un cavillo: il consorzio dell’Asti protesta

Venti milioni di etichette fuorilegge per un cavillo: il consorzio dell'Asti protesta
Il presidente del consorzio dell'Asti Lorenzo Barbero.

ASTI «Un cavillo inserito dalla Commissione Ue rischia di compromettere la corretta evasione degli ordini di Asti Spumante e Moscato d’Asti, per le prossime festività. Sono circa 20 milioni le nuove etichette già stampate e che a oggi risultano inservibili». Lo ha detto il presidente del Consorzio dell’Asti Docg, Lorenzo Barbero, a commento delle disposizioni della Commissione Ue a una settimana dall’entrata in vigore della nuova etichettatura sui vini europei, prevista per l’8 dicembre. Secondo il Consorzio, le imprese della denominazione da tempo avevano provveduto a uniformarsi al regolamento anche in vista della campagna natalizia; poi il dietrofront dell’esecutivo europeo con la pubblicazione delle linee guida rese note solo il 24 novembre.

Il Consorzio dell’Asti Docg chiede alle istituzioni italiane e a quelle Ue di attivarsi con estrema urgenza al fine di risolvere una situazione di grave empasse, ripristinando quella certezza giuridica alla base degli obiettivi comunitari. Serve a questo punto ottenere da Bruxelles il consenso all’utilizzo, fino a esaurimento scorte, delle etichette stampate prima della pubblicazione delle linee guida. Si rischia di mettere in difficoltà la campagna per le festività e l’economia di un territorio con oltre mille aziende consorziate e 10mila ettari di vitigno per una produzione di oltre 100 milioni di bottiglie in buona parte commercializzate sotto Natale.

Il regolamento sull’etichettatura rilasciato 2 anni fa prevedeva la possibilità di fornire, attraverso il Qr code, informazioni per via elettronica in merito agli ingredienti e alle dichiarazioni nutrizionali dei vini e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati. In previsione di ciò, i produttori, a partire da quelli di spumanti, si erano organizzati attraverso la stampa di centinaia di milioni di etichette. Una settimana è arrivato lo stop della Commissione Ue, che nelle linee guida ha inserito la necessità di identificare il Qr code attraverso la parola “ingredients” anziché la sola lettera “i” inizialmente ritenuta valida. Un cavillo fuori tempo massimo, se si considera che per modificare e stampare le nuove etichette sono necessarie almeno due settimane di lavorazione.

 

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