Abitare il piemontese: la parola di oggi è Ciampòrgna

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 12

ABITARE IL PIEMONTESE Se la parola italiana sinfonia e quella piemontese ciampòrgna avessero la stessa origine, ci credereste? Fino a prima di approfondirne il significato, neppure io ci avrei creduto, eppure così pare. La ciampòrgna è prima di tutto il nome di uno strumento musicale a fiato: la zampogna. In senso figurato prende il significato di donna sciatta, pettegola, cialtrona, talvolta calunniatrice, senza capacità razionali. Insomma una donnaccia sfacciata, tanto per intenderci. Il Repertorio etimologico piemontese suggerisce che ciampòrgna abbia origine nel latino medievale symphoniam (strumento a fiato). È però dal franco-provenzale champorgne/chanforgne (cornamusa) da cui provengono i significati secondari che conosciamo, come l’occitano champòrgno (donna sciatta, trascurata).

La voce piemontese conosce corrispondenze in più parlate locali, sempre con l’ambivalenza di significato tra donna di malaffare e lo strumento musicale. Di fatto la zampogna, strumento folk, ha una forma gonfia (d’aria) e se non suonata con precisione può emettere disarmonie, provocando un effetto acustico sgradevole, proprio come chi parla a sproposito. Si tratta, quindi, di un’espressione antica andata modificandosi nel tempo, anche nelle sue accezioni. In passato ciampòrgna era una delle numerose parole per definire una prostituta, per via di un’altra probabile assonanza con ciòrgna (organo genitale femminile), parola dall’origine aneddotica curiosa. Come non menzionare quel passaggio di Gipo Farassino che recitava: spòrche ciampòrgne faciàsse da forca, indicando quelle donne non timorate di Dio.

Nell’uso attuale, ciampòrgna viene talvolta affiancata a un aggettivo che ne accresce il disprezzo: brusca (acida) o frusta (logora). Non paga, la civiltà piemontese conia una serie di alterati della parola stessa: ciamporgnàssa, ciamporgnussa, ciamporgnon. Al maschile c’è ciamporgnau che, però, non è un epiteto, né un’offesa: si tratta dello zampognaro, il suonatore di zampogna. Non per questo non esistono improperi maschili degni di nota. Ma questa volta, vogliate perdonare, era il turno di ciampòrgna.

Paolo Tibaldi

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