Ultime notizie

Venti anni di Università a Pollenzo. Petrini: «Ora inserire l’educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado»

Venti anni di Università a Pollenzo. Petrini: «Ora inserire l’educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado»
Biolatti, Capatti e Petrini

POLLENZO «Un laboratorio universitario vivente, un ambiente dinamico che collabora con la comunità circostante per affrontare sfide reali e sperimentare soluzioni innovative», questa è la visione di Bartolomeo Biolatti, rettore dell’Università di scienze gastronomiche, illustrata nel suo discorso di apertura dell’anno accademico. «L’apprendimento e la ricerca devono essere integrati nel territorio e, a Pollenzo non si tratta più solo del territorio locale, bensì uno spazio che abbraccia il mondo».

«A Pollenzo – conclude il rettore – si forma un professionista colto che sa interagire responsabilmente con l’ambiente e utilizzare la sua specializzazione per contribuire alla gestione di un sistema alimentare che salvaguardi le risorse naturali e consenta loro di rigenerarsi, avendo cura della salute unica dell’ambiente, dell’uomo e degli animali».

Ospite d’onore della cerimoni è Alberto Capatti, primo rettore e tra i padri fondatori dell’ateneo; nella sua lezione magistrale ha ripercorso la genesi dell’Unisg e ha lanciato nuove idee ispiratrici per il futuro. «La storia di Pollenzo ha il valore di testimonianza e di progettazione. La sua origine è singolarissima con al centro Petrini circondato da Montanari, storico dell’alimentazione medioevale, Riva, tecnologo alimentare, e io, professore associato di lingua e letteratura francese e storico dell’alimentazione contemporanea. La gastronomia era allora ignorata dalle università ed era una rivoluzione».

Venti anni di Università a Pollenzo. Petrini: «Ora inserire l’educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado» 1

Capatti prova a dipingere l’Unisg di domani: «Deve essere un laboratorio in attività costante che con spirito critico operi sulla nozione di gastronomia, rovesciandola, in una società in cui la ragionevolezza e l’irragionevolezza delle conoscenze sono gestite dall’alto, dai supermercati, dalla pubblicità e dall’intelligenza artificiale. Il ruolo della gastronomia non è soltanto quello della conoscenza ragionata o ragionevole degli alimenti, ma deve portare a riformulare tutto il sistema alimentare con una visione critica dei suoi valori».

Attesa dal pubblico anche la relazione del presidente dell’ateneo, e fondatore, Carlo Petrini: «Oggi apriamo il ventesimo anno accademico di Unisg. Oggi la denominazione scienze gastronomiche è assunta da altre 17 università italiane e questa è l’occasione per fare il punto sul ruolo storico di Pollenzo. Oggi è fondamentale anche una formazione politica nel nostro ateneo, in un momento in cui le tematiche dell’alimentazione diventano determinanti al punto che le manifestazioni di questi giorni, quelle con i trattori, riescono a scardinare l’impianto della politica alimentare europea. Ci troviamo con una politica ambientale sconquassata da queste proteste. Si tratta della tempesta perfetta perché siamo riusciti a mettere i contadini contro gli ambientalisti, mentre invece dovrebbe esserci dialogo e comprensione reciproca. Oggi più che mai dobbiamo prendere atto che le idee e le istanze fondative di questa università hanno trovato il giusto contesto».

Leggi l’anteprima dell‘intervista a Carlo Petrini pubblicata sul numero di Gazzetta del 20 febbraio.

Petrini lancia ai suoi docenti e ai suoi studenti due obiettivi per il ventennale: «Dobbiamo inserire l’educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado. È un obiettivo nazionale, fatto proprio dal Centro studi e ricerca del cibo sostenibile che unisce le 4 università piemontesi riconoscendo a Pollenzo un ruolo guida. Si tratta di una campagna sottoscritta da una moltitudine di persone.

Il secondo obiettivo è guardare alla complessità del mondo e sviluppare rapporti di interconnessione sulle culture alimentari. Diventa fondamentale il valore del viaggio didattico, che è uno dei perni del nostro modello formativo. A Pollenzo devono nascere gastronomi che abbiano un’idea diversa della gastronomia, non incentrata sul proprio ombelico».

Banner Gazzetta d'Alba