Scopriamo con Paolo Tibaldi i molteplici significati del termine piemontese “Rëppia”

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Rëppia: Ruga, grinza, piega, increspatura; metafora di abbaglio/figuraccia.

 

Ho sempre riposto molta fiducia nelle persone con le rughe; quei solchi che segnano mani e volti, penso sempre che siano depositari di saggezza ed esperienza. Per lo meno vanto questa educazione ricevuta dai miei genitori. Una volta mi hanno detto che le rughe sono il tempo passato addosso ad una persona, con i suoi avvenimenti: per questo vanno rispettate, per il loro valore.

Sarà deformazione professionale, ma quando si parla di rughe, mi viene in mente quel famoso aneddoto dell’attrice Anna Magnani che, in sala trucco prima delle riprese di un suo film, ha fermato la truccatrice, ammonendola con la famosa frase: “non toglietemi neanche una ruga, ci ho messo una vita a farmele venire e le ho pagate tutte care”.

Se non si fosse capito, oggi parliamo di rughe, ma ritenevo necessario un prologo che rendesse loro giustizia: non sia mai che vengano fraintese o sminuite come fanno credere in televisione. La ruga in Piemonte viene chiamata rupia; ci sono variazioni assonanti, sino a rëppia con quella e praticamente muta, dalle parti del Sud Piemonte, cosicché nell’entroterra ligure vi è un comune chiamato proprio Reppia.

Facciamo un salto nell’etimologia aneddotica con qualche curiosità. In tedesco c’è la parola ruppen; la base germanica rup- indica ciò che è ruvido o screpolato; in inglese ripple significa ondulazione, increspatura. L’origine però la troviamo confermata nel greco con Rhypos,  probabilmente rimasta nel termine latino ruga-ae, che la collega al verbo rideo, in ambito del sorriso. Di fatto, le rughe sono la dimostrazione che un volto si è corrugato, modulandosi continuamente per i motivi più disparati (sofferenza, fatica, patimento, gioia), non meno mediante il sorriso. Non per nulla in lingua francese le rughe sono les rides!

Va anche detto che rëppia, è metafora di figuraccia; quando si dice fesse na rëppia, altro non è che una gaffe.

In fin dei conti, per quanto difficile ammetterlo, la ruga è orgoglio. Chi la pensa diversamente si avvalga di questo saggio monito, sicuramente coniato da una persona anziana: ȓ’unich rimedi për nen mnì vej, o ȓ’è col ëd meuȓe giovo (l’unico rimedio per non invecchiare è quello di morir giovani).

Paolo Tibaldi

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