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Anche ad Alba “Spazzamondo”, evento promosso e realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo

In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, campagna a cui hanno partecipato anche la Protezione Civile di Cuneo, Anci Piemonte, Uncem Piemonte e la Cooperativa Erica

Anche ad Alba “Spazzamondo”, evento promosso e realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo

ALBA Come ogni sabato mattina, anche ieri Alba si è tinta di mille colori: uno per ogni banco del mercato incontrato passeggiando per il centro. Al fondo di piazza Prunotto, oltre lo spazio riservato a contadini e venditori ambulanti, è stato tuttavia soprattutto l’arancione ad attirare lo sguardo del passante. Arancione ovunque, sui cappellini come sulle magliette. Una manifestazione? Qualcosa del genere. Si è trattato di “Spazzamondo”, evento promosso e realizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, un’iniziativa che ha visto la partecipazione anche della Protezione Civile di Cuneo, di Anci Piemonte, di Uncem Piemonte e della Cooperativa Erica. La campagna si propone di raccogliere i rifiuti abbandonati nella provincia di Cuneo, e naturalmente Alba non poteva mancare all’appello.

Ci siamo avvicinati al gazebo, e superante le transenne, intorno a noi, una fauna umana piuttosto variegata: giovani, meno giovani e qualche giovanissimo, pubbliche autorità e comuni cittadini, responsabili di associazioni e semplici curiosi. Abbiamo incontrato quindi Giuliano Viglione, consigliere direttivo della Fondazione Crc. «Questa iniziativa è parte della nostra agenda istituzionale. L’ambiente e la cura del territorio sono in cima alle nostre priorità. Non dimentichiamo che la nostra zona è patrimonio Unesco, dobbiamo quindi fare tutto il possibile per salvaguardarla. Per la giornata di questo sabato, abbiamo raccolto numerose adesioni: 165 comuni hanno accolto l’appello, per un totale di 15.000 persone coinvolte. È la prima volta che la Fondazione organizza questa iniziativa: a questo proposito, un ringraziamento va a tutte quei gruppi e a quelle associazioni che ci hanno aiutato nell’organizzazione. Vorremmo contribuire a cambiare la mentalità dei cittadini, sensibilizzarli sui temi ambientali, in modo che in futuro non ci sia neanche più bisogno di organizzare campagne contro l’inquinamento».

Insieme a Giuliano Viglione l’assessore albese Massimo Reggio, responsabile dei Lavori pubblici, che anche si è detto orgoglioso dell’iniziativa: «Credo che sia molto importante la partecipazione delle persone. I cittadini vogliono dare il loro contributo alla causa ambientale. Vedere i bambini in prima fila nella raccolta dei rifiuti è un segnale che fa ben sperare per il futuro».

Oltre agli organizzatori e alle autorità, la piazza è stata battuta da numerose associazioni. «Oggi siamo qui riuniti per raccogliere i rifiuti, ed è una campagna importantissima», ha spiegato Massimo Casagrande, presidente dell’associazione Proteggere insieme, che da anni organizza l’Ecomaratona del Barbaresco e del Tartufo Bianco d’Alba. «Ma è chiaro che dobbiamo lavorare sulle persone, affinché il degrado e l’inquinamento neanche si producano. La gente deve capirlo, non esiste un diritto a
inquinare. Bisogna partire dall’educazione».

Su questa linea ha proseguito  Bruno Morcaldi, docente presso la Scuola Enologica di Alba e membro dell’associazione: «Bisogna dare un segnale. È vergognoso quello che si vede passeggiando lungo le rive del Tanaro. Abbiamo un servizio cittadino per la raccolta dei rifiuti che funziona benissimo, davvero non capisco perché le persone continuino a comportarsi in modo così incivile, per esempio abbandonando i divani lungo gli argini».

«Anche noi siamo lieti di partecipare a questa iniziativa», ci ha espresso Giovanni Montani, coordinatore albese dell’associazione Laudato Sii. «Più siamo a occuparci di questi temi e meglio è, ben vengano perciò le collaborazioni tra mondi e sensibilità diverse, dai Fridays for Future a Italia Nostra». Giovanni ha colto l’occasione anche per raccontarci qualcosa in più sulle campagne che vedono il suo gruppo in prima fila. «Siamo nati per iniziativa di Carlo Petrini e del vescovo di Rieti. Ci ispiriamo all’enciclica di Papa Francesco, lavorando sulla consapevolezza dell’impatto ambientale. Per fare un esempio concreto, ci proponiamo l’obiettivo di piantare 60 milioni di alberi in tutta Italia. Vogliamo sensibilizzare il nostro territorio: a questo scopo abbiamo già cominciato a interloquire con alcuni comuni della Langa e a piantare i primi alberi».

Al di là delle associazioni e delle autorità comunali, che cosa ha spinto però il comune cittadino ad aderire a simili campagne? Non esiste, in fondo, un servizio pubblico adibito alla raccolta dei rifiuti? Lo abbiamo chiesto alle persone intorno a noi.
Patrizia Rigo, residente albese, non ha volutodelegare agli altri le proprie responsabilità: «Ci sentiamo cittadini di questa città e come tali vogliamo contribuire al bene comune. È poco lungimirante e irresponsabile fare finta di nulla». Silvia Dellapiana, che l’ha accompagnata, rincara la dose: «Ogni occasione, per quanto piccola possa sembrare a prima vista, non è mai sprecata. Rappresenta un punto di partenza, un primo tentativo di cambiare le cose. Se non fai neanche il tuo piccolo, cercando di mantenere pulito il posto in cui vivi, poi non puoi lamentarti che le cose non funzionino».

Anche Juliet, Pietro e Cristina, studenti del Liceo Scientifico “Cocito”, hanno voluto dire la loro: «Abbiamo saputo dell’iniziativa grazia al nostro professore di religione. Siamo venuti per fare qualcosa nel nostro piccolo, per noi è poi un’occasione per trascorrere del tempo insieme». Vedendo l’entusiasmo nei loro occhi, viene da chiedersi se la stessa attenzione per l’ambiente si ritrovi anche nei compagni di classe. «Non si può generalizzare: alcuni hanno molto a cuore l’ambiente, è vero, ma tante persone
rimangono tiepide. A parole sono molti a definirsi ambientalisti, nei fatti è però difficile essere coerenti fino in fondo. Nel nostro piccolo, noi cerchiamo di fare la nostra parte».

Ai tavoli sotto il gazebo abbiamo incontrato infine Stefania Balocco, consigliere comunale di maggioranza e presidente della Commissione Ambiente ed Ecologia, in prima fila nell’organizzazione dell’iniziativa. Stefania è entrata nel merito delle attività previste nel corso della mattinata. «Abbiamo raccolto le iscrizioni e diviso le persone in
tre gruppi. Alcuni diretti a pulire al parco Tanaro, altri inviati dietro via Vivaro, altri ancora in corso Canale e dintorni. L’idea è quella di raccogliere per due
ore, due ore e mezza. I rifiuti verranno poi riportati qui verso l’ora di pranzo».

Non abbiamo rubato altro tempo a Stefania, tutta intenta a distribuire a grandi e piccini il kit che la Fondazione ha predisposto per ogni volontario, contenente nella borsetta un cappellino arancione, una maglietta dello stesso colore, una pinza acchiappa immondizia, vari sacchetti per la raccolta (uno per la plastica, uno per il vetro e la carta, uno per l’indifferenziato).

Nel frattempo, tra una parola e l’altra, il piazzale era tornato semideserto: era ufficialmente cominciata la caccia al rifiuto. Una caccia forse meno allettante di quella
al tartufo, ma non per questo meno nobile. Con un po’ di ritardo, abbiamo raggiunto i volontari del Parco Tanaro. «Sono partiti – ci raccontano – dall’ingresso posteriore,
vicino alle piscine Albamare. Sparpagliati, hanno cominciato a setacciare tutta l’area». Siamo stati ancora in tempo per vederli all’opera: qualcuno ha insistito lungo i sentieri, qualcun altro si è avventurato dove la vegetazione è fitta, qualcun altro ancora ha perlustrato il sentierino che dietro il Caffè Latino conduce fino al ponte sul Tanaro. La raccolta si è conclusa nell’area giochi all’estremità opposta al parco, su via Generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Verso mezzogiorno è tempo di tornare in piazza Prunotto, dove gli altri gruppi avevano già cominciato a depositare i rispettivi tesori.
Al termine dell’iniziativa, abbiamo incontrato nuovamente Stefania Balocco, che ha fatto la spola tra i vari gruppi, supervisionando l’iniziativa. «Forse il gruppo che ha raccolto più rifiuti è stato quello diretto verso le carceri. Ai bordi della tangenziale abbiamo trovato una quantità di rifiuti davvero impressionante. La cosa che mi ha colpita di più, in ogni caso, è stata l’entusiasmo delle persone, soprattutto quello dei bambini e dei più giovani, che con le loro pinze si aggiravano alla ricerca dei rifiuti».

Nel corso dei prossimi giorni usciranno i risultati a livello provinciale. La Fondazione premierà con varie migliaia di euro i comuni che avranno raccolto la maggior quantità di rifiuti e coinvolto il maggior numero di cittadini. Tre sono le fasce previste: i comuni con meno di 500 abitanti, quelli tra i 500 e i 3000 abitanti, infine quelli oltre i 3000. Per ogni fascia, verranno premiati i primi tre comuni classificati. Alba riuscirà a vincere anche questa sfida?

Michele Gimondo

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