Abitare il piemontese: la parola della settimana è Parla pà!

Esclamazione di stupore, meraviglia. Non parlare!

Abitare il piemontese: la parola della settimana è Possacafé 27

ABITARE IL PIEMONTESE Sembra paradossale, eppure piemontese significa anche assenza di parole. Molti silenzi hanno forgiato momenti cruciali di questa civiltà. Uno dei versi più assoluti di Cesare Pavese lo esprime: «tacere è la nostra virtù». Succede di discutere su espressioni antiche, desuete, magari inesistenti.

Paolo, come si dice in piemontese perfetto? Non se ne viene a capo che con una perifrasi. Perfetto si dice… mej che paȓej is peur nen (meglio di così non si può). In natura nulla è perfetto e la saggezza popolare lo sapeva bene. Come si dice assurdo? Anche qui nessuna soluzione immediata. Il contrario di assurdo è sensato o ragionevole. Assurdo allora si dirà sensa sens (senza senso) oppure con una forzatura, s-rasonà (irragionato). Anche pomeriggio non ha una parola corrispondente, ma si fa ricorso alla composizione dòp-mesdì (dopo mezzogiorno), orario che spacca in due il dì. E come questi, vi sono moltissimi altri esempi curiosi.

Ma torniamo alle parole vacanti. Ti stimo come si dice? Non si dice. E non ha una traduzione letterale anche il sentimento umano massimo: ti amo. In piemontese non esiste. Si può dire ët veuj bin, oppure ët sei ëȓ mé cheuȓ, ma non è la stessa cosa. Tradurre con t’àm risulterebbe forzato, banale, oltre che incoerente con la storia della lingua. Mi succede di domandare il perché a qualche vegliardo che intervisto. Quanta saggezza nelle risposte! Qualcuno non s’era mai accorto dell’assenza del ti amo; eppure, garantisco, è gente che sa perfettamente cosa sia l’amore. Altri dichiarano «non lo dicevamo per pudore», qualcun altro dice «per prudenza»; c’è chi mi ha dato la risposta delle risposte: «non avevamo bisogno di dircelo, contavano più i fatti delle parole». Altri ancora fanno notare che non esiste nemmeno la traduzione di ti odio. Ma allora, i due stati d’animo più estremi dell’essere umano non hanno un connotato linguistico! Credo che esser senza parole, in questo caso, sia un’elevazione della lingua, piuttosto che anaffettività. Del resto quando due fidanzati si frequentano si dice che ës pàrlo (si parlano). C’è qualcosa di più umano? Sarà forse per questo che quando la meraviglia è tanta, l’esclamazione tipica inneggia al silenzio: parla pà (non parlare).

Paolo Tibaldi

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