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Abitare il piemontese: la parola è Bȓòca

Chiodino, chiodo corto a larga capocchia in ferro, da ornamento o da calzatura. Vaso di terracotta per liquidi. Unità di misura pari a 10 litri.

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Paolo Tibaldi

ABITARE IL PIEMONTESE Un tempo i chiodi erano molto adoperati; i nostri vecchi erano abituati a svolgere attività artigianali che oggi preferiamo affidare a professionisti specializzati. Vi era un’educazione a riparare, anziché sostituire: la sedia sgangherata o la porta traballante erano “curate” con sapiente abilità. In tutte le case esisteva la dotazione indispensabile per svolgere questi lavoretti: martello, tenaglie, treppiede per le scarpe e naturalmente una collezione di chiodi di varie misure, racchiusi in apposite scatole. Era fondamentale la differenza tra il classico chiodo (in piemontese ciò) e la bȓòca, un chiodino dalla testa piuttosto larga usato quasi sempre nella chiodatura degli zoccoli. Non saper distinguere la bȓòca dai chiodi significava essere uno sprovveduto.

La differenza tra ciò e bȓòca culmina in un’espressione metaforica usata ancora oggi per raccontare un classico fraintendimento: capì ciò pëȓ bȓòca. Il fenomeno accade anche in italiano: capire Roma per toma, prendere fischi per fiaschi, scambiare lucciole per lanterne o addirittura nel latino qui pro quo.
Bàte eȓ bȓochëtte è un’espressione che si riferisce al freddo; chi lavorava all’aperto anche d’inverno, per avere un’effimera sensazione di tepore, era costretto a battere a terra i piedi avvolti dalle calzature di allora chiodate da bȓochëtte. Queste assumeranno il significato di denti sia per la dentatura analoga, sia perché il freddo porta a un tremolio che costringe a battere anch’essi. Effettivamente il Repertorio etimologico piemontese rimandaal latino volgare brocchum (con i denti sporgenti). Bȓòca, nelle sue differenti accezioni, ha una buona diffusione nell’Italia settentrionale.

Tra i modi di dire c’è anche Esse maiȓ pei d’ën ciò (essere magro come un chiodo, per la forma lunga e sottile dell’oggetto). Chi conosce invece il detto Taché ‘ȓ capel ao ciò? (attaccare il cappello al chiodo):  nella società patriarcale il cappello era simbolo di lavoro, soprattutto per l’uomo. Appendere il cappello al chiodo era segno di lavoro appena terminato. Quando l’azione era definitiva (non per il pensionamento), allora si trattava di stabilità e benessere: l’uomo si è accasato ‘nt ij sòd (nei soldi). Tì! Oh! Pupa ‘n ciò! Pupȓo tì ch’o ȓ’è tò!

Paolo Tibaldi

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