ITINERARI Ad Albugnano, nel cuore dell’alto Astigiano, si erge l’abbazia di Santa Maria di Vezzolano, uno dei monumenti medievali più importanti del Piemonte. Definito abbazia, l’appellativo corretto per l’edificio religioso, in stile romanico e gotico, è canonica. Il nome della località dove sorge è oggetto di ipotesi: secondo alcuni deriverebbe dalla gens Vetia, altri invece ritengono più attendibile l’etimologia medievale del termine Vezola o Vetiola, un recipiente per l’acqua, dato che nelle sue vicinanze scorre un ruscello.
L’origine della canonica è incerta per la scarsa documentazione. Leggende popolari tramandate nel tempo la fanno risalire a Carlo Magno, che nel 773 si trovava nell’Astigiano per dedicarsi alla caccia. Improvvisamente gli apparvero davanti tre scheletri usciti da una tomba: l’imperatore, spaventato dalla visione, fu aiutato da un eremita della zona che lo invitò a pregare la Vergine. Trovando sollievo in quella preghiera, il re dei franchi decise di costruire proprio in quel luogo una chiesa abbaziale.
Tornando, invece, alle ricerche storiche, il sito viene fatto risalire ai primi secoli del Medioevo. Il più antico documento reperibile reca la data 27 febbraio 1095: in base a questa traccia si è giunti a ipotizzare che la chiesa sia sorta nel periodo della riforma gregoriana, ma di questa struttura preesistente non rimane traccia. L’edificio così come lo vediamo oggi risale probabilmente al XII secolo. All’inizio del successivo la chiesa poteva dirsi ultimata, mentre il resto del complesso, chiostro e sala capitolare compresi, fu completato nei secoli seguenti.
La facciata dell’edificio ci accoglie, dopo un viaggio fuori dal tempo, in mezzo a colline dominate dalla vegetazione: basta una rapida osservazione per individuare i tratti romanici della struttura. Tre gallerie cieche e decorazioni, costituite da un paramento in cotto alternato a fasce orizzontali in pietra, occupano la parte superiore. All’interno si possono ammirare forme romanico-gotiche con influssi francesi e lombardi. L’ambiente è diviso in due navate: una centrale e una a sinistra, quella a destra fa parte, dalla seconda metà del XIII secolo, del chiostro. Un pontile divide la navata centrale, poggiando su cinque archi a sesto acuto: la struttura è arricchita da due ordini sovrapposti di decorazioni scultoree policrome.
Ammirato l’interno si deve passare al chiostro, uno dei meglio conservati del Piemonte: vi si possono scorgere capitelli scolpiti e un importante ciclo di affreschi trecentesco, con la rappresentazione del Contrasto dei tre vivi e dei tre morti. Nell’ala nord adiacente alla chiesa di Santa Maria, si trova anche l’affresco con l’Adorazione dei magi, raffigurati mentre offrono i doni al Bambino, come due nobili e un religioso vestiti alla moda del tempo.
Altra tappa obbligata è il frutteto: nel 1996 la Soprintendenza ai beni architettonici del Piemonte avviò il progetto di realizzazione di un giardino tradizionale nel terreno dietro la canonica. Affidò il fondo all’associazione costituita ad hoc da Leonardo Mosso e Carlo Fruttero: nacque così il Comitato per la salvaguardia del paesaggio rurale, che decise di ricreare e rendere visitabile un frutteto simile a quello di cui rimane traccia negli antichi documenti che si sono conservati.
L’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano è aperta e accessibile tutti i sabati e le domeniche nella fascia oraria fra le 10 e le 18: ai visitatori non è richiesto il pagamento di un biglietto.
Indicazioni utili
Sito fra le colline, Albugnano, cinquecento abitanti, è noto, per i panorami che offre ai turisti, come balcone del Monferrato. Per raggiungerlo, da Alba, occorre arrivare ad Asti, quindi puntare verso Nord seguendo la provinciale 458, che attraversa i declivi della parte settentrionale della Provincia astense e centri come Mombardone, Chiusano e Piea. Giunti ad Albugnano, dopo una tappa obbligata in paese, magari all’enoteca regionale, occorrerà seguire, per un paio di chilometri, le indicazioni per località Vezzolano dove sorge l’abbazia.
Giorgia De Carolis